L’umorismo sul posto di lavoro può contribuire a creare un ambiente di lavoro positivo e a migliorare le relazioni tra colleghi. Ciò che una persona trova divertente può offendere o essere inappropriato per un’altra. Il pesce d’aprile è spesso caratterizzato da scherzi in ufficio. Ma senza un’adeguata considerazione, possono avere gravi conseguenze.
Kate Palmer, direttore dei servizi per l’impiego di Peninsula, avverte i datori di lavoro che a volte gli scherzi possono essere portati troppo in là, anche se sono fatti per divertirsi. Avverte che uno scherzo innocente può degenerare in lamentele o reclami per molestie e persino in azioni legali.
Se un dipendente si sente vessato da scherzi sul lavoro, questo potrebbe essere considerato mobbing. Secondo l’autrice, il dipendente potrebbe andarsene o presentare un reclamo, con il rischio di una richiesta di licenziamento costruttivo. Ha aggiunto che se lo scherzo coinvolge una caratteristica protetta, come definita dall’Equality Act, potrebbe portare a una denuncia per discriminazione e a sanzioni finanziarie per il datore di lavoro.
L’umorismo sul posto di lavoro: Come gestirlo in modo professionale
Palmer suggerisce alle aziende di adottare una strategia proattiva, stabilendo politiche chiare in materia di bullismo, molestie e comportamento sul posto di lavoro. Assicurandosi che i dipendenti siano a conoscenza di queste politiche, possono prevenire l’insorgere di problemi.
L’autrice consiglia di mantenere i festeggiamenti del Pesce d’aprile in ufficio il più possibile tranquilli. Se l’azienda permette di fare scherzi, deve farlo con attenzione e senza offendere.
La dottoressa afferma: “Sappiate a chi state parlando: cambiare lo screensaver di un collega con un’immagine imbarazzante potrebbe causare offese; cambiare le etichette degli alimenti può causare problemi se qualcuno è allergico al cibo, e mettere un cuscino Whoopee sotto la sedia del vostro capo non sarà una buona idea”.
Palmer sostiene che si possono fare scherzi innocui e semplici senza esagerare. Ad esempio, un cartello su una macchina del caffè che dice che è ad attivazione vocale. Oppure riempire la scatola delle ciambelle con un contenuto non intenzionale. Ha aggiunto che la chiave degli scherzi in ufficio è mantenere la professionalità, capire il pubblico e assicurarsi che l’umorismo sia appropriato.