Le multinazionali sminuiscono i risultati della DEI come risposta alla politica statunitense


Poiché l’ostilità nei confronti di tali programmi continua a crescere negli Stati Uniti e in Europa, un numero minore di aziende di proprietà del Regno Unito dichiarerà il proprio impegno nei confronti della DEI.

GQ Littler, uno studio legale britannico, ha condotto una ricerca sul livello di preoccupazione per il futuro della DEI aziendale. Lo studio ha rilevato che, mentre la maggior parte degli appaltatori federali statunitensi (74%) è sempre più preoccupata per le controversie legali, le azioni esecutive e le proposte degli azionisti relative alla DEI, solo l’8% ha dichiarato di aver preso seriamente in considerazione la possibilità di cambiare il programma DEI a causa degli ordini esecutivi del Presidente Trump.

Natasha Adom ha dichiarato di non aspettarsi che le aziende britanniche, a causa dei rischi legali, invertano aggressivamente le politiche DEI. Ha aggiunto che “ci aspettiamo che un numero minore di aziende globali di proprietà del Regno Unito faccia dichiarazioni forti e generiche sul proprio impegno nei confronti della DEI, a causa dell’impatto che ciò potrebbe avere sulle loro posizioni negli Stati Uniti”.

Ci aspettiamo che questa tendenza continui.

È anche possibile che i dipendenti cambino il loro comportamento sul lavoro a causa delle notizie provenienti dagli Stati Uniti. Adom ha dichiarato che: “Una preoccupazione per i datori di lavoro è la possibilità che i dipendenti con opinioni contrarie alla DEI possano essere incoraggiati a esprimere le loro opinioni in modo esplicito e in un modo che sconfina nella discriminazione a causa della riduzione della DEI negli Stati Uniti”.

Secondo l’indagine, il 61% dei dirigenti statunitensi di grandi aziende prevede una diminuzione degli impegni DEI a causa delle politiche e della retorica anti-DIE di Trump.

La metà (52%) delle organizzazioni statunitensi che intendevano ridurre la DEI ha preso in considerazione la possibilità di eliminare le metriche e/o i parametri di riferimento DEI. Queste potrebbero essere percepite come quote dalle agenzie federali che “si concentrano su pratiche potenzialmente discriminatorie o di esclusione”.

Quasi la metà dei dirigenti statunitensi intervistati ha dichiarato di esitare a impegnarsi nella DEI per timore di controversie legali, comprese quelle per discriminazione.

Adom ha dichiarato: “I datori di lavoro che non offrono la formazione DEI avranno più difficoltà a difendere le cause di discriminazione nel Regno Unito e il nuovo obbligo per tutti i datori di lavoro britannici di fornire misure ragionevoli per prevenire le molestie, includerà quasi sempre la formazione anti-molestie”.

I datori di lavoro che non tengono traccia delle metriche sulla diversità nel Regno Unito rischiano di non essere conformi, dato che si prevede un aumento delle leggi sulla rendicontazione. Le società quotate in borsa, ad esempio, presentano un resoconto sulla diversità dei consigli di amministrazione. Le proposte del governo richiederanno alle grandi aziende con più di 250 dipendenti di segnalare i divari retributivi tra i generi e le differenze retributive tra le diverse etnie.

L’indagine condotta da GQ Littler negli Stati Uniti su 700 aziende ha rilevato che le società più grandi hanno il doppio delle probabilità di prendere in considerazione la possibilità di modificare la loro politica DEI rispetto a quelle più piccole.

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