Il tribunale del lavoro ha respinto tutte le richieste di un sergente della Met Police, che aveva presentato 271 accuse di discriminazione basata su razza, disabilità, molestie, vittimizzazione e whistleblowing.
Sonny Kalar ha lavorato per la Metropolitan Police dal 1983 al 2023, quando è andato in pensione. Ha presentato la denuncia dopo quella che definisce una “caccia alle streghe collettiva” e una “cultura di razzismo e misoginia istituzionale”.
Ha citato diversi episodi in relazione a ciascuna rivendicazione. Uno di questi è stato quando un collega gli ha dato del “cretino”, ma il tribunale ha ritenuto che fosse stato detto “in modo scanzonato” e non costituisse una forma di discriminazione.
Il tribunale ha sentito che l’ispettore capo di Kalar lo ha chiamato mentre si stava riprendendo da un’operazione al ginocchio nel luglio 2022 e gli ha detto “vivi il sogno”.
Kalar ha dichiarato al tribunale che si trattava di discriminazione per disabilità.
Un’altra accusa è quella di aver ricevuto un incarico punitivo quando si è trasferito al terminal 2 di Heathrow nell’agosto 2017. Ha descritto questa mossa come una regressione, perché ha lavorato lì nel 2008 come ispettore ad interim.
Kalar ha sostenuto di essere stato “monitorato dalle telecamere a circuito chiuso” a Heathrow, per motivi diversi dalla polizia. Tuttavia, il tribunale ha stabilito che non si trattava di molestie e che non c’era alcun legame tra la sua razza e il suo lavoro.
Richard Nicolle, giudice del lavoro, ha dichiarato che dall’inizio del 2020 sono aumentate le prove che il ricorrente si è concentrato sulla creazione di prove per una possibile causa legale.
Nel marzo 2020, Kalar ha inviato un messaggio a un collega in cui affermava “questo è di nuovo un grande fuoco”, indicando che stava cercando prove a sostegno delle sue affermazioni di discriminazione o di trattamento sfavorevole.
Il giudice ha concluso che molte delle accuse erano “intrinsecamente incoerenti”, “sparse” e ha aggiunto che “ha etichettato praticamente ogni accusa come molestie basate su razza e disabilità”. Le accuse di Kalar sono state tutte respinte.
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