L’amministrazione Trump ha annunciato che non accetterà più le iscrizioni a un controverso schema chiamato “dimissioni differite”, che offriva ai dipendenti federali incentivi finanziari per lasciare il lavoro.
Il programma di “buyout”, progettato per ridurre il numero di posti di lavoro del governo statunitense e incoraggiare i dipendenti a tornare al lavoro, prevedeva una retribuzione di otto mesi per coloro che sceglievano di lasciare il lavoro.
Dopo che il giudice distrettuale George O’Toole ha stabilito che i sindacati che avevano tentato di bloccare il programma non avevano i requisiti legali, il programma è stato chiuso. I media statunitensi hanno riferito che, nonostante la battaglia legale, 75.000 dipendenti federali erano già iscritti al programma prima della sua chiusura.
L’Office of Personnel Management degli Stati Uniti ha annunciato sul proprio sito web che il programma Fork in the Road è terminato ufficialmente alle 19:20 ET del 12 febbraio.
Elon Musk, miliardario del settore tecnologico e capo del Dipartimento per l’efficienza del governo dell’amministrazione Trump, è a capo dell’iniziativa.
La maggioranza “sostanziale” dei dipendenti federali che decideranno di mantenere il loro attuale posto di lavoro dovrà recarsi fisicamente in ufficio cinque giorni alla settimana.
Il 28 gennaio, a più di due milioni di dipendenti federali sono state offerte otto mensilità in cambio di dimissioni volontarie. Musk ha inviato un’e-mail ai suoi dipendenti poco dopo l’acquisizione di Twitter, che ora è X, con una proposta simile.
Il termine ultimo per l’accettazione dell’accordo da parte dei dipendenti federali era inizialmente il 6 febbraio, ma questa data è stata prorogata a causa della sfida legale che ne è seguita. L’accordo riguardava solo i lavoratori federali a tempo pieno. Erano esclusi il personale militare, i funzionari dell’immigrazione, i funzionari della sicurezza nazionale e i dipendenti delle poste.
Karoline Leavitt, segretario stampa della Casa Bianca, ha descritto l’offerta sostenendo che avrebbe fatto risparmiare agli americani decine di milioni di dollari. Democratici, sindacati e gruppi di difesa hanno sollevato preoccupazioni su una possibile “fuga di cervelli” all’interno del governo federale e hanno messo in dubbio la sua legalità.
L’American Federation of Government Employees e altri sindacati hanno ritenuto l’offerta illegale. Essi hanno sostenuto che essa costringeva i dipendenti a dimettersi sotto la minaccia di perdere il posto di lavoro senza alcun indennizzo. I sindacati hanno inoltre sottolineato che gli otto mesi di stipendio non sono garantiti, poiché il Congresso non ha approvato i finanziamenti per il governo oltre la metà di marzo.
Inizialmente il giudice aveva ordinato di sospendere il programma, ma in seguito ha stabilito che i sindacati non avevano la legittimazione legale per contestarlo in tribunale. La Casa Bianca non ha ancora commentato la sentenza.
Everett Kelley, presidente nazionale dell’AFGE, ha dichiarato che il licenziamento di un gran numero di dipendenti federali non ridurrà la domanda di servizi governativi. Ciò renderà solo più difficile per gli americani ottenere i servizi di cui hanno bisogno, soprattutto per i veterani e gli anziani.